I can’t remember if I cried (Non ricordo se piansi)
When I read about his widowed bride (quando lessi della sua sposa ormai vedova)
But something touched me deep inside (ma qualcosa mi toccò nel profondo)
The day the music died (il giorno che la musica morì)
Queste le parole che precedono il ritornello della celebre American Pie scritta ed interpretata da Don McLean. Le quali raccontano di quello che poi sarebbe diventato per la storia della musica – riprendendo l’espressione di McLean – il giorno in cui la musica morì. Il cantante americano racconta del 3 febbraio del 1959, quando, in un gelido ed innevato pomeriggio, un piccolo aereo precipitò appena dopo il decollo.
In quell’incidente persero la vita tre promesse del rock and roll: Buddy Holly, il carismatico cantante che aveva aperto i concerti di Elvis; J.P. “The Big Bopper” Richardson l’esuberante showman; e il promettente Ritchie Valens, la cui stella era appena iniziata a brillare con la sua iconica versione rock and roll di La Bamba. Tutte e tre avevano davanti a se una brillante carriera, interrotta tragicamente a soli 23, 37 e 17 anni.
Ma la musica può veramente morire? O meglio, la musica può un giorno finire?
La musica si basa su un numero finito di note, questo ci porta quindi a pensare che il numero di combinazioni possibili possa un giorno finire. Ci conforta lo studio del professore di pratica musicale del MIT Eran Egozy, il quale prende come esempio una composizione di Bach. Essa solo nel primo movimento è composta da 16 note ripetute per 40 battute = 640 singole note. Il professore ci fa capire quindi che già con queste 640 note sarebbe possibile creare nuove canzoni semplicemente invertendone alcune, senza variare durata e ritmo. Il professore ha poi calcolato che con uno strumento (con un range di tre ottave) si possano creare 36 640 combinazioni = un numero a 640 zeri, praticamente un numero infinito.
Se facciamo questo ragionamento con tutti i milioni di brani che esistono le combinazioni sono praticamente incalcolabili. Quindi no, la musica non può finire, la creatività umana è inarrestabile e la musica è una delle sue espressioni più potenti. La storia ci dimostra come, nonostante le tragedie, la musica continua a evolversi e a sorprenderci.
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